Flavio Baroncelli era tutto questo (IRONIA, ALTEZZA, PENSIERO, ILLUSTRAZIONI)
Sabato 10 maggio – “Vivi Piana Crixia” organizza il ricordo di Flavio Baroncelli
A volte, non così spesso come lo si vorrebbe, l’autentico sorriso si può scorgere dietro le parole che raccontano e, per forza di cose, anzi di fonemi, mascherano quello sulle labbra. Succede di coglierlo sovente ascoltando Annalisa Siri. Il suo discorso è lineare, gentile, ma ti accorgi che si sta muovendo verso un aneddoto riguardante suo marito, Flavio Baroncelli, quando le parole rimangono, sì, gentili, ma acquistano un corpo un pochino più largo, quello, appunto, di un sorriso autentico e innascondibile. Mi trovo a casa di Annalisa non per un’intervista, piuttosto per assistere ad una piccola sessione organizzativa dell’evento in memoria di Flavio Baroncelli, a Piana Crixia, il luogo dove amavano passare i loro momenti di relax: “Flavio, quando era qui, amava andare per funghi e amava che io andassi insieme a lui… desiderava anche che ne trovassi tanti, ma non più di lui!”. Doveva essere soltanto un incontro per concordare un approfondimento di Carta Bianca Magazine, non un’intervista, ma il registratore mentale, a quel primo aneddoto, era già in modalità “REC”, e non poteva essere altrimenti.

Flavio Baroncelli è stato docente di Filosofia morale e di Filosofia Politica all’Università di Genova, è stato saggista dalla vocazione divulgativa (tra le sue opere più note annoveriamo Il razzismo è una gaffe. Eccessi e virtù del politicamente corretto, Viaggio al termine degli Stati Uniti. Perché gli americani votano Bush e se ne vantano, Mi manda Platone) ed era un uomo amatissimo da tutti coloro che avevano avuto la fortuna di imbattersi in lui, nella sua arguzia e nella sua ironia.
“Flavio era un vero filosofo ed un vero maestro… Non so come spiegare ma aveva la capacità di tirare fuori il bello di ogni persona: provocava, incoraggiava a scavare, metteva ognuno in condizione di offrire il meglio di sé…”.

Annalisa e Flavio frequentarono insieme le scuole medie, si conoscevano da sempre e iniziarono a frequentarsi durante gli anni del Ginnasio: “Quando aveva 12 anni era appassionatissimo del genere Western, ma è stato anche uno sportivo, aveva una squadra di Hockey su Prato a Savona… era sgangherata, ma giocavano in Serie A”.


E viene da pensare che, in questo modo, era tutto più eroico, più epico e d’altre imprese e tempi (Se avessi voluto essere un uomo del mio tempo, mi sarei potuto occupare di calcio – F. Baroncelli).

Giunti a questo punto, il desiderio di apprendere e fare proprio un modo di essere diventa quasi ossessione giocosa, come quella di un bambino che non vuole assopirsi e chiede continuamente: “Ancora”…

…e Annalisa lo accontenta: “Decidiamo di fare un viaggio in Turchia in moto, durante la visita alla moschea Yeşil Camii si avvicina un giovane e si offre di farci da guida turistica. Noi accettiamo, anche se io avrei preferito muovermi in totale libertà. Ad ogni modo questo ragazzo ci invita a cena a casa sua e Flavio imparò la sua prima parola in turco: ‘Yeter!’, che significa ‘Basta!’… la madre di Gürol aveva preparato tanto cibo da sfamare un reggimento. Proseguendo il viaggio, avemmo un incidente e Gürol si fece in quattro per aiutarci in ogni maniera. Gli proponemmo, in seguito, di venire a studiare in Italia, accettò e noi ci affezionammo. Lui si era perfettamente inserito, aveva tanti amici, studiava abbastanza ma preferiva divertirsi, finché Flavio, un giorno, disse: ‘Questo ragazzo ci fa stare allegri e ci fa preoccupare, ci fa divertire e ci fa terribilmente arrabbiare, e in più ci fa spendere un sacco di soldi… Che cos’è se non un figlio?‘… quindi, col permesso dei genitori, lo adottammo” (Potete leggere la storia estesa nel bellissimo articolo del 25/12/2015 Natale: una bizzarra adozione di Francesca Rigotti sulla pagina web doppiozero.com).

Non c’è mai sazietà, e gli “ancora” sono il per nulla velato tentativo di arrampicarsi verso le altezze di Annalisa e Flavio, di cogliere, di imparare ad essere…
Il 10 maggio, presso il ristorante Villa Carla a partire dalle ore 10:00, in un evento organizzato dal Comitato “Vivi Piana Crixia”, avremo la possibilità di ascoltare “ancora” attraverso le testimonianze di Giovanni Assereto, docente di Storia Moderna all’Università di Genova, Mirella Pasini, professoressa associata di Filosofia Morale ed Etica della Comunicazione, sempre all’Università di Genova, Emilio Mazza, docente di Filosofia presso l’Università IULM di Milano, Francesca Rigotti, filosofa e saggista, attiva nelle università di Gottingen, Zurigo e Lugano.
E coglieremo “ancora” grazie agli interventi di amici che conobbero personalmente Baroncelli.
A sabato!
Stefano Pera